Ologrammi

Ambito: Ottica

Datazione: 1961

Materiali: Vetro, plastica

Collocazione: Laboratorio di fisica



Funzione: L’ologramma è una riproduzione tridimensionale di un’immagine registrata con un fascio di luce laser, in modo da essere visibile da più punti di osservazione. La luce, a seconda della configurazione ottica adottata, può essere separata, o essere utilizzata così com’è, previa espansione da parte di una o più lenti.

Esperimento: Uno dei due rami di luce viene espanso e inviato verso l’oggetto da riprodurre, mentre l’altro (fascio di riferimento) anch’esso espanso, va ad illuminare uniformemente la lastra o pellicola sensibile. È importante che le lunghezze dei due percorsi ottici (quello che illumina direttamente alla lastra e quello che viene ad essa riflesso dall’oggetto) siano per quanto possibile simili tra loro, o almeno che la loro differenza sia molto inferiore alla lunghezza di coerenza (che è a sua volta legata alle dimensioni della cavità risonante) della sorgente utilizzata. Sfruttando il fenomeno dell’interferenza ottica è così possibile ottenere un pattern, detto “di interferenza” che contiene tutte le informazioni (intensità e fase) della luce proveniente dall’oggetto. Si generano conseguentemente delle linee sulle lastre, chiamate frange di interferenza, contenenti l’informazione sulla tridimensionalità. Illuminando la lastra con un altro laser, infatti, si può decodificare l’informazione presente ricostruendo l’immagine tridimensionale dell’oggetto. La lastra olografica conserva il contenuto informativo in ogni parte dell’ologramma, di conseguenza spezzando in più parti la lastra, è possibile ottenere la stessa immagine tridimensionale con una diminuzione del campo di vista. È inoltre possibile visualizzare sulla stessa lastra olografica più ologrammi orientando diversamente il raggio laser di riferimento.

Studiosi Correlati: Denis Gabor